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Per Aspera Ad Veritatem n.24
Conflitti non convenzionali nel mondo contemporaneo

a cura di Vittorfranco Pisano - Ed. Rivista marittima, Roma, 2002



Il volume Conflitti non convenzionali nel mondo contemporaneo, a cura di Vittorfranco Pisano ed edito dalla Rivista Marittima, è senza dubbio un’opera importante sia per i pregevoli contenuti degli esperti che hanno partecipato all’insieme del lavoro, sia alla luce dei tragici eventi dell’undici settembre 2001, che hanno proiettato il tema su uno scenario di grande attualità al centro dell’attenzione della comunità internazionale.
I gravi attentati sul territorio americano, non costituiscono solo la manifestazione del terrorismo internazionale, ma un fenomeno più vasto, presente nel mondo contemporaneo, la cui irrazionalità, estranea alle logiche politiche, necessita di nuovi strumenti di contrasto, sia a livello convenzionale che non convenzionale. Ad avviso di Vittorfranco Pisano, che ha curato alcuni capitoli, la data dell’undici settembre simboleggia il perdurare e il consolidamento di situazioni, strutture e metodiche che in assenza di rimedi profondamente impegnativi alimentano la conflittualità non convenzionale e potrebbero renderla una realtà permanente e generalizzata o, ancor peggio, ledere irreparabilmente l’ordinato svolgimento della vita sociale all’interno delle singole nazioni e nella sfera della comunità internazionale.
Dopo una breve premessa, il volume prende in esame le diverse manifestazioni del fenomeno conflittuale non convenzionale, inteso prevalentemente come manifestazioni eversive e violente che violano il diritto interno dei singoli stati e le norme di diritto internazionale. In particolare, la conflittualità non convenzionale si manifesta: nell’agitazione sovversiva, nel terrorismo, nella guerra civile, nel colpo di stato, nell’insorgenza, nei sodalizi clandestini, nell’azione degli stati cosiddetti canaglia, nella disinformazione, etc.
Segue una panoramica geopolitica delle varie manifestazioni come presenti nelle compagini dei singoli stati, identificando in ciascuno di essi i relativi conflitti che si sono verificati e che tuttora si riscontrano, sia a livello interno che transnazionale.
L’analisi si sofferma sul conflitto mediorientale; sulla conflittualità nel continente africano, dove trovano larga espressione i regimi dittatoriali, per gli squilibri nella distribuzione e nello sfruttamento delle risorse così come anche per ragioni di natura etnica; sul continente asiatico, dove per motivi socio-economici, politici e religiosi esistono potenziali fonti di instabilità; sulla situazione europea, dove la conflittualità non convenzionale è in parte riconducibile a fattori etnico-culturali o di natura politico-ideologica e ad aspirazioni di separatismo e nazionalismo; sul continente americano, dove motivazioni razziali, etniche, religiose e politiche, danno vita ad altre simili espressioni.
Il volume presenta inoltre altre problematiche, come quella della globalizzazione e del movimento che contrasta tale spinta, indicatore di una sottocultura rivoluzionaria che nel terzo millennio contesta a livello planetario il modello occidentale, ma dal quale possono tuttavia emergere contesti di conflittualità.
Altre minacce non convenzionali, secondo gli Autori, sono la proliferazione delle armi di distruzione di massa e la minaccia nucleare e biochimica.
Chiudono il volume due importanti capitoli. Il primo, dedicato al ruolo delle organizzazioni internazionali, che per rispondere al carattere multidimensionale delle sfide non convenzionali devono optare per un approccio sinergico e complementare, attraverso una strategia complessiva di previsione e contrasto alle sfide del nuovo millennio. In particolare, per contrastare la minaccia terroristica sarebbe necessario porsi l’obiettivo della governabilità della globalizzazione, requisito indispensabile per prevenire e risolvere i conflitti non convenzionali, impegno soprattutto diretto ad uno sviluppo più equo nel mondo.
Il secondo che prende invece in considerazione il problema delle risposte, o meglio l’azione di contrasto, che può essere convenzionale o richiedere invece strategie e tattiche non convenzionali, purché formulata per ciascun contesto sulla base di analisi strutturate e aggiornate, su previsioni, sullo spionaggio, sul coordinamento, al fine di estinguere sul nascere ogni possibile minaccia alla sicurezza comune.



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